Novalesa

Autore
Elisa Nicoli

Valli Susa, Cenischia e Sangone

La montagna dei torinesi è in queste valli, così vicine alla città e percorse da così importanti vie di comunicazione: come la val di Susa occitana vanta un valico - il Monginevro - frequentato dall'antichità, non è da meno la val Cenischia, con il passo del Moncenisio e l'abbazia della Novalesa, posta a guardia della strada. Susa è il crocevia della valle, centro strategico dall'epoca romana. E quanto la valle della Dora Riparia sia importante per il transito tra i due versanti alpini, lo dimostrano la teoria di viadotti autostradali che connota il paesaggio e le battaglie odierne, che vedono sui due fronti oppositori e fautori della TAV. Un paesaggio che nei secoli scorsi era caratterizzato da vigneti terrazzati, grazie al clima mite del versante orografico sinistro della valle, dove si trovano la maggior parte degli insediamenti. Assai più appartata è la val Sangone, chiusa a monte del massiccio dell'€™Orsiera-Rocciavrè.

Il percorso di visita
Il lungo rettilineo di corso Francia, che taglia in due l'abitato di Torino, è l'antica strada di Francia, aperta nella prima metà del XVIII secolo, già allora larga e alberata. Il primo tratto portava alla reggia di Rivoli, che domina l'abitato raccolto su un'altura: la residenza sabauda sorse come casa-forte nell’XI secolo, ma fu completamente rifatta dai Castellamonte nel XVII, rimanendo però incompiuta. Interessante la visita al Museo di arte contemporanea, nelle parti restaurate di recente, con addizioni in stile post-moderno. Ancora fuori dall'area francoprovenzale, la valle presenta numerosi luoghi comunque meritevoli di visita, che si toccano seguendo la SS 25. Tra questi, l'€™abbazia di S. Antonio di Ranverso, sorto nel XII secolo per la cura del fuoco di S. Antonio. Il complesso che si vede oggi risale al XV secolo e comprende la chiesa abbaziale, la facciata dell'ospedale e varie cascine attigue al complesso, tutti edifici con elaborate decorazioni in cotto e slanciate ghimberghe di gusto francese. La sosta successiva si fa al borgo antico di Avigliana, che conserva case gotiche (notevole la casa di Porta Ferrata, del XIII secolo). Ripide vie selciate portano a piazza Conte Rosso, con un pozzo del XVI secolo al centro. In via Umberto I si trova la chiesa gotica di S. Giovanni, e poco distante la Torre dell'Orologio, a pianta ottagonale. 

La valle, fino a questo punto larga e con fondovalle pianeggiante, si stringe oltre S. Ambrogio di Torino, su cui incombe il monte Pirchiriano. L'abbazia fortificata della Chiusa di S. Michele fu costruita a partire dal X secolo, su preesistenze di epoca longobarda e romana. Fu tenuta dai benedettini per circa 600 anni e fu molto potente, con vasti possedimenti fondiari in Italia e oltralpe. Il complesso è formato da edifici realizzati e modificati in varie epoche: da visitare i ruderi del Monastero Nuovo (XII-XIV sec.) e del Sepolcro dei monaci (X sec.), la ricostruita Foresteria, in passato ospitale per pellegrini in cammino sulla via Francigena. Nella chiesa di S. Michele (XI-XIII sec.) convivono vari stili (romanico e gotico), a cui si aggiungono gli interventi di inizio '900. Al di sotto della navata centrale si trova il primitivo santuario di S. Michele, del X secolo. L'abbazia si raggiunge con ripida strada da Avigliana. 

Condove, sul versante orografico sinistro della valle, si raggiunge con la SS 24 ed è il primo paese francoprovenzale: conta numerose borgate sparse tra il fondovalle e il crinale con la valle di Viù. Se ne ha notizia dall'€™XI secolo, epoca a cui risale la parrocchiale di S. Rocco. Alla frazione Mocchie si trova il museo etnografico La Ghindana. Proseguendo sulla SS 24 si tocca l’oratorio romanico di S. Valeriano (XI-XII sec.), quindi Borgone di Susa, difeso in epoca medievale da una casa-torre del XIV secolo, nota come Castlas. Da Borgone, seguendo via Tacca, poi via Maometto, in direzione di S. Didero, si trova in un bosco il "Maometto", scultura pagana di epoca romana, in cui i valligiani hanno identificato il dio venerato dai saraceni che invasero la valle nel X secolo. Anche a S. Didero una casa-forte merlata sorge al centro dell'abitato, oltre a un paio di belle fontane. Proseguendo la risalita lungo il versante orografico sinistro, si sale a Chianocco. A monte dell'abitato la riserva naturale speciale dell'Orrido di Chianocco preserva una stazione di leccio, pianta tipicamente mediterranea che trova in questo punto del versante solatio della val Susa un ambiente adatto. Una situazione ambientale analoga si trova poco più avanti nella valle, all'Orrido di Foresto, oltre Bussoleno, dove la riserva naturale tutela una stazione di ginepro coccolone. Nella frazione di Foresto ha sede il parco naturale Orsiera-Rocciavrè.

Bussoleno conserva un centro storico antico nel Borgo Vecchio, sulla riva destra della Dora, dove rimangono tracce delle mura trecentesche e alcune dimore medievali (casa Aschieri e casa Amprimo) e il rinascimentale castello degli Allais, dietro la chiesa parrocchiale. Il borgo sorse come centro di scambi commerciali e fu sede di una fiera franca dal XIII secolo.

La visita prosegue a Susa, centro più importante della valle: L'antica Segusio fu fondata in epoca preromana, divenne poi città romana sotto Nerone. I più significativi monumenti risalgono all'epoca imperiale: l'arco di Augusto (I secolo a.C.) e, a Sud dell'abitato, resti dell'€™anfiteatro del II secolo dopo Cristo. Susa fu poi importante anche in epoca medievale: occupata dai saraceni nel X secolo, fu liberata dai signori di Torino e divenne possedimento dei Savoia nel'XI secolo. Si raggiunge a Ovest dell'abitato, seguendo da piazza Trento e la via Palazzo di Città, il castello di Adelaide (X secolo). Dall'arco di Augusto, con via Rolando si raggiunge il duomo dei Ss. Giusto e Mauro (XI-XIV sec.). L'edificio, in stile romanico-gotico, conserva affreschi romanici e del XV secolo. La chiesa fu costruita su parte delle mura romane, non lontano dalla porta Savoia, antico ingresso del foro (oggi è il parco di Augusto, ricco di reperti della Susa romana). A Est dell'abitato si trova il Borgo dei Nobili, quartiere medievale dei nobili savoiardi giunti a Susa da Chambéry, al seguito della corte sabauda.

A cavallo tra la val Susa e la val Cenischia, Giaglione è un comune sparso con varie frazioni in posizione solatia, con tradizionali case di pietra. Alla frazione S. Stefano l'oratorio conserva, sul lato lungo la strada, l'affresco raffigurante le virtù, le pene dell'inferno e la cavalcata dei vizi, con iconografia tipica della pittura gotica, di immediata comprensione.

Da Susa la più antica strada per il Moncenisio, prima della costruzione della strada napoleonica, saliva a Venàus, comune sparso che conserva, nelle borgate, case tradizionali del XVI-XVII secolo. Si sale quindi a Novalesa, paese di antica origine, già castello romano sulla via del valico. Si visitano il Museo di vita montana, presso il comune, e la parrocchiale di S. Stefano, con un affresco raffigurante la Passione di Cristo (XVI sec.). Si sale quindi all'abbazia della Novalesa, fondata nell'VIII secolo. Fu una delle case benedettine più importanti del Medioevo. Si conservano parti dell'abbazia primitiva nella cappella di S. Eldrado (X sec.), con affreschi tardo-bizantini. Romaniche sono anche le cappelle di S. Salvatore e S. Pietro, mentre fu rifatta nel XVIII secolo la chiesa, cui è adiacente il chiostro del XVII secolo, con un affresco del XII, raffigurante il Cristo Pantocratore, l'abate S. Eldrado e benefattrice. L'abbazia, soppressa sotto Napoleone, ospita di nuovo, dal 1973, i monaci benedettini.

La strada di Francia prosegue verso Moncenisio, borgo montano che un tempo era luogo di sosta sulla via del valico. La strada attuale (SS 25), realizzata in epoca napoleonica, sale da Giaglione alta sul versante orografico destro della valle fino al colle del Moncenisio (2083 m), valico noto già in epoca romana, ma utilizzato più intensamente a partire dal X secolo, nonostante la sua quota maggiore rispetto al passo del Monginevro, perché permetteva un collegamento più veloce con Chambéry, con la valle del Rodano e con la Francia del Nord. Vi transitò Carlo Magno nel 774.

La val Sangone si raggiunge da Torino e da Orbassano (SP 187), ma anche da Avigliana (SP 190) e dalla Sacra di S. Michele attraverso il colle Braida (1007 m). La valle è ampia e in una conca si trova Giaveno, antico castello e possedimento della Sacra. Nel centro storico rimangono tracce delle cinta di mura medievali. Si sono conservati, inoltre, i palazzi Sclopis di Salerano e Besselva, del XVIII secolo. Nell'alta valle opera l'Ecomuseo dell'alta val Sangone, con sede a Coazze, che propone percorsi formativi e laboratori su vari temi legati alla vita e all'economia della valle e in vari siti recuperati e visitabili: tra questi, i forni comunitari e mulini (filiera dei cereali) nelle borgate di Coazze oppure le miniere di talco e di ferro a Coazze e Giaveno. L'alta valle è inoltre compresa nel territorio del parco naturale Orsiera-Rocciavrè.

Traduzione

Val eud Suza, Cenisquia é Seungoùn

La mountanhi dli tourinèis è i eust eunt ëste val, si vizìne a la sità é trëveursaië da eumpourtantë vìi eud coumunicasioùn: coume la val eud Suza, ouzitana, è veuntët ën valic- lou Mounginèivrou (Monginvro)- frécouéntà da l’euntiquità, è i eust nhint da mèno la val Cenischia, a to lou pas doou Mounsnis (Moncenisio) é l’abasia dla Nouvalèiza (Novalesa), butaia a gouardia dla vìi. Suza è i eust la crouzièri dla val, chèntro stratégic fin da l’épouca roumana. L’eumpourteunsi dla val eud la Dora Riparia, për lou transit tra li dui vérsant eulpin, è i eust dimoustràia daou numër ëd viadot aoutostradal cou caratérizount lou paézajou é ël bataië dli dì d’euncui, cou vèiount zli dui frount lh’oupouzitoù é si cou sount favourévoul a la TAV. Ën paésajou cou i èret, ënt li sécoul pasà, caratérizà da vinhë tèrazìë, grasië aou boun clima doou vérsant orografic meunchìn ëd dla valada, eundoua ou ‘s treuvount la bouna part dli insédiameunt. Più latèral é apartaia è i eu la val Seungoùn, sëraia daou group dl’Orsiera-Rocciavrè.

Lou pércoueurs eud vizita
Lou lounc rètilinéo eud Cours Freunsi, cou taiët ën dui la sità eud Turìn, è i eust l’euntica vìi eud Freunsi, dueurtaia eunt la pruma métà doou sécoul XVIII é gë aou tèn largi é eulbéraia. Lou prum toc ou pourtavet a la reggia eud Rivouli, qu’è dominet la sitadina sitouaia zla coulina: la rézidénsi sabauda è i eust istaia faita coume “casa-forte” ënt lou sécoul XI, ma è ‘t istaia coumplétameunt érfaita da li Castellamonte ënt lou XVII sécoul, sénsa pérò èstri finìa. Euntèrésanta è i eust la vizita aou Museo di arte contemporanea, ënt ël part réchéntemént réstaouraië a to eud juntë ëd stil post-moudérn.

Euncoù fora dl’aréa francoprouvénsal, la val è prèzéntet divèrsi post da vè, cou’s treuvount lounc la SS 25. Për ézémpi l’abasia eud Seunt’Euntoni eud Reunvérs, coustruìa ënt lou sécoul XII për curà lou fua ëd Seunt’Euntoni. La strutura qu’ès vèit euncoù euncui, è i eust doou sécoul XV, la gèzia dl’abasia, la fachada dl’euspidal é divèrse casine sitouaië euntoueurn, tui’ li édifisi ou i ont d’élabouraië décourasioùn eun moun coit é zleunsìë “ghimberghe” ëd gust freunsèis.

L’aoutrou pount d’euntèrès è i eust lou bourg euntic d'Avigliana, cou counsérvet divèrse quë gotiquë (da nhint pèrdri la casa di Porta Ferrata doou XIII sécoul). Ël vìi a to la steurnìa ou reumpiount fin eun Piasi Conte Rosso, a to ën pous doou XVI sécoul ënt ‘oou mès. Ën via Umberto I ès treuvet la gèzia gotica eud Seun Jouan é nhint lougn la Tour dl’Eurlojou, a pieunta outagounal.

La valada, fin èisì largi é piana, è s’eu streuitèit pasà Seunt’Eumbrës, sout aou mount Pirquirian. L’abasia fourtificaia eud la Chiusa eud Seun Miquèl è-t’istaia coustruìa a peurtì daou X sécoul, su prèzistènsë d’épouca loungoubarda é roumana. È t’istaia tinua da li bénédétìni peur chirca 600 an é è t’istaia gro puténta, a to grosi pousédimeunt foundiari ën Italia é da l’aoutra part dlë mountanhv. Lou coumplés ou i eust foueurmà da divèrsë coustrusioùn, réalizaië é moudificaië ën varië épouquë: da vizità eul ruvinë doou Mounasté Neu (Monastero Nuovo) (XII-XIV sécoul)è lou Sumitèri dli frà (Sepolcro dei monaci) (X sécoul), la neuva Fouréstéria (Foresteria), quë eunt ‘oou pasà ou ouspitavët li pèlégrin ën camin zla vìi franchigéna. Ënt la gèzia eud Seun Miquèl (San Michele) (XI-XIII sécoul) ou counvivount tènti stil divèrs (roumanic é gotic) é carqui euntérveunt dl’inisi doou ‘900. Sout a la navata chéntral ès treuvët lou prum Seuntouari eud Seun Miquèl (Santuario di San Michele), doou X sécoul. Ès-peut aruvà a l’abasia reumpieutsë da Avigliana.

A Condove, zla manchina orografica dla valada, ès peut aruvàse a to la SS 24. Ou i eust lou prum coumun francoprouveunsal: ou i eu tèntë frasioùn spetaraië tra la basa val è la mountanhi soou counfin avé la val eud Viù. Ël prumë noutisië soou coumun ou sount doou XI sécoul, épouca dla coustrousioùn dla gèzia eud San Roc San Rocco. Ënt la frasioùn Mocchie è i eu lou museo etnografico “La Ghindana”. Aleunt aveunti zla SS 24 ès vèit l’Ouratori Roumanic eud Seun Valériano (l’oratorio romanico di San Valeriano) (XI-XII sécoul), é poi lou Bourg eud Suza, diféndù eun épouca médiouéval da ‘na casa-torre doou XIV sécoul cougnusua coume Castlas. Da Bourgoùn, për la vìi Tacca, poi vìi Maometto, vèrs San Didero, ès treuvët eunt ‘un bosc lou “Maometto”, ‘na scultura pagana d’épouca roumana, queu la geun doou post ou i ont idéntificà eunt ‘oou dìo vénérà da li sarachén, can la valada è t’istaia ocoupaia da li morou eunt ‘oou X sécoul. Ëd co a San Didero è i eu ‘na casa-forte mérlaia ënt ‘oou chèntro doou pais é queurquë bèlë fountana. Countinoueunt a mountà lounc lou vèrsant meunchìn orografic, s’aruvët a Chanouc. A mount doou pais ès treuvët la rizérva natural spéchal dl’Orrido eud Chanouc qu’è prézérvët diversë pieuntë ëd “leccio”, arbou tipicameunt méditéranéo queu ou treuvët, ënt ‘eustou post doou vèrsant a l’andrèt eud la val ëd Suza, n’ambieunt adat. ‘Na sitouasioun ambiéntal cazi eudèma ès treuvët più a mount eunt la valda, eunt l’Orit eud Fourést, pasà Busoulìn, eundoua la rizérva natural è tutèlet lou gènèivrou, lou ginepro coccolone. Ënt la frasioùn eud Fourèst è i eu la séde doou parc natural Orsiera-Rocciavrè.

Busoulìn ou counsévet ën chéntro storic ënt ‘oou Bourg Vieui, zla spounda drèta dla Dora, eundoua ou rèstount trachë ëd mu doou tërseunt é queurquë queu médiouéval (casa Aschieri é casa Amprimo) é lou rinashiméntal quëstèl dli Allais, drè la gèzia peurouquial. Lou bourg ou t’istà coustruì coume chéntro për squeumbi coumérchal tan quë daou XIII ès fazèt ‘na fèira franca.
La vizita è countinouet a Susa, chéntro più eumpourtant dla valada. L’euntica Segusio è t’istaia foundaia eun épouca préroumana, è vint poi sità roumana sout Nerone. Li monumeunt più eumpourtant ou sount d’épouca eumpèrial: l’arc d’Augusto (I sécoul a.C.) é a soud doou pais, li rèst dl’anfiteatro doou II sécoul d.C. Susa è t’istaia ëd co eumpourtanta eun épouca médiéval: oucupaia da li Morou eunt ‘oou sécoul X, è t’istaia libeuraia da li zgnouri ëd Turìn é poi pousédimeunt dli Savoia eunt ‘oou XI sécoul. Peur aruvà a lou queustèl d’Adelaide (X sécoul) è vèntet alà a ovést doou pais, pasant da piasi Trento su pla vìi Palazzo di Città. Da l’arc d’Augusto, për vìi Rolando, s’aruvet aou duomo dédicà a li Sant Giusto é Mauro (XI-XIV sécoul). La coustrusioùn, ën stil roumanic-gotic, è counsérvet afreusc roumanic é doou XV sécoul. La gèzia è t’istaia coustruìa su ‘na part ëd li mu roumeun, vizìn a la porta Savoia, euntic ingrès aou foro (euncui ès treuvët lou parc d’Augusto ric eud rèpért dla Suza roumana). A ést doou pais ès treuvët lou Bourg ëd li Nobil, eundoua ou istavount li nobil sevouiard aruvà a Suza da Chambéry, aou ségouit dla court sabauda.

A caval tra la val ëd Suza é la val Cenisquia, Giaglione (Dzalhoun a nostra moda) ou i eust ën coumun caratérizà da tèntë frasioùn a l’andrèt a to ël trediosiounal queu ëd pèra. Ënt la fresioùn eud Santo Stefano l’ouratori ou counsévet, da la part dla vìi, l’afreusc deul virtù, le pene dell’inferno e la cavalcata dei vizi, a to n’iconografia tipica dla pitura gotica, adoueurna da coumpreundri.

Da Suza la più vieui vìi peur lou Mounsnis, pruma dla coustrusioùn dla vìi napoléonica, è mountavet a Venàus, coumun caratérizà dal tèntë freusioùn a to queu trëdisiounal doou XVI-XVII sécoul. Ès mountet poi a Nouvaléiza, pais d’euntica ourigin, gë questèl roumeun zla vìi doou valic. Ès peut vizità lou Museo di vita montana, eunt ‘oou Coumun, é la gèzia peurouquial eud Santo Stefano, a to n’afreusc dla Passione di Cristo (XVI sécoul). Poi ès mountet a l’abasia eud la Nouvaléiza, foundaia eunt ‘oou VIII sécoul. È t’istaia una dle queu dli fra bénédétìn più eumpourtant doou médioévo. Ès counsérvount part dla pruma abasia ënt la chapèla eud Sant’ Eldrado (X sécoul) a to afreusc tard bizantìn. Ou sount roumaniquë ël chapèlë eud San Salvatore é San Pietro, eunvéchë è t’istaia eurfaita eunt ‘oou XVIII sécoul la gèzia a to afieunc lou chiostro doou XVII sécoul, a to n’afreusc doou XII sécoul, cou raprèzéntet lou Cristo Pantocratore, l’abate Sant’Eldrado e benefattrice. L’abasia, souprésa sout Napouléoun, daou 1973 è t’istaia toueurna ëbitaia da li fra.

La vìi eud Freunsi è countinouet vèrs Mounsnis, pais eud mountanhi ën vìi post eud sousta su la vìi doou valic. La vìi d’euncui (SS 25), réalizaia ën épouca napouléonica, è mountet da Dzalhoùn aouta soou vérsant orografic drèt dla valada fin aou col doou Mounsnis (2083 m.), pas gë counheusù eun épouca roumana, ma utilizà più eud tout daoou X sécoul, peurqué anquë se più aout doou Mounginèivrou, ou peurmétèt eun coulégmeunt più rapid avè Chambéry, avè la val doou Rodano é la Freunsi doou nord. D’èisì è i eust pasà eud co Carlo Magno eunt ‘oou 774.

Ès peut aruvà eun val Seungoun paseunt da Turìn o da Ourbaseun (SP 187), ma ëd co da Avigliana (SP 190) é da la Sacra eud Seun Miquèl atravèrs lou col Braida (1007). La valada è i eust largi é ënt una counca è ‘s trouvët Giaveunt, euntic queustèl é pousédimeunt dla Sacra. Eunt ‘oou chéntro storic ou ‘s treuvount li rèst dli mu ëd chinta médioéval. Ou sount eud co istà counsèrvà li palas Sclopis di Salerano é Besselva, doou XVIII sécoul. Ënt l’aouta val è i eu l’Ecomuseo dell’alta Val Sangone, a to la séde a Couase, cou proupount eun diversë arèe récupéraië doou pais (ënt li foueurn coumun, mulìn dël freusioùn o ënt ël minérë ëd talco o fèr a Couase é Giaveunt) pércoueurs fourmatìou é labouratori zla vita é l’écounoumia dla val. L’aouta val è fait part doou parc natural Orsiera-Rocciavrè.

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