Val Formazza
Un mondo chiuso: così era la val Formazza (Pomatt) prima dell’apertura della carrozzabile, nel 1920. In passato la bellissima conca - più elevata rispetto alla valle Antigorio, di cui è la prosecuzione - si raggiungeva solo con un’impervia mulattiera. La valle fu tra le prime a essere abitate dai walser, che già la frequentavano come alpeggio estivo: vi giunsero nel XIII secolo dal passo di Gries. La comunità crebbe e dalla val Formazza i walser scesero in valle Maggia, nel Canton Ticino, dove fondarono la colonia di Bosco Gurin.
L’itinerario di visita
La strada costruita all’inizio del secolo scorso non era meno ardita della mulattiera, tutta tornanti tra i pini costantemente diradati dalle valanghe. Perché per arrivare in val Formazza da Sud bisogna superare il gradino della gola delle Casse, che stringe la valle del Toce a monte della frazione di Foppiano. Dal 2008 i nove tornanti della statale, spesso interrotti dalle slavine invernali, si evitano con una galleria elicoidale lunga 3 km, che porta direttamente nell’ampia conca di Formazza. Ma occorre percorrere un tratto della vecchia strada se si vuole visitare la conca di Antillone, alpeggio posto sulla destra orografica della valle, intorno a un lago. L’insediamento, raggiunto da una sterrata, è abitato solo in estate, ed è meta di pellegrinaggi il piccolo santuario dedicato alla Visitazione di Maria. Da lì un sentiero raggiunge in due ore il villaggio di Salecchio (vedi itinerario precedente).
Il primo vero paese è Fondovalle, sulla sinistra orografica, e il piccolo nucleo di Fracchie sul lato opposto. Proseguendo oltre questa frazione si trova Chiesa, sede della parrocchiale dedicata a S. Bernardo; il campanile fu costruito con le rimesse degli emigranti formazzini a Roma. Altre minuscole frazioni, S. Michele e Valdo sorgono nella conca, tra i prati: da Valdo parte la seggiovia del Sagerboden.
Il centro della valle è Ponte, sede comunale, notevole per le belle costruzioni walser, in pietra e legno (blockbau). Anomala rispetto alle altre costruzioni è la casa forte del 1569, interamente in muratura. Era la residenza dell’«ammano», primo cittadino e giudice della comunità formazzina. Era il luogo dove si riuniva il piccolo parlamento della valle ma anche il tribunale. Fu persino prigione e magazzino, quando il commercio era regolato e gestito dalle autorità comunali. Oggi la casa forte è sede di un museo etnografico. Di fronte si trova la casa Scilligo, del 1603. Seguono altre frazioni: Brendo, Grovella e Canza, con tipiche case formazzine. La strada continua a salire, superando le colonie estive di Sottofrua, fino al salto della cascata del Toce. La strada affronta in galleria il salto di roccia dove - punto di vista privilegiato sulla cascata - si trova l’albergo Cascata (1675 m), costruito nel 1863 e rinnovato negli anni ’20. Fu per anni un luogo di soggiorno d’èlite, e ospitò teste coronate (tra cui Vittorio Emanuele III). Nei pressi sorge l’oratorio della Madonna della Neve, del 1621.
Ormai prossima alla testata della valle, la strada raggiunge ancora Riale, borgata ormai disabitata. Una chiesetta domina l’abitato, a ricordo dell’oratorio di Morasco, sommerso dal lago dopo la costruzione della diga. Da Riale partono percorsi escursionistici verso vari rifugi alpini e verso il passo di Gries (2462 m), posto sulla spartiacque tra Rodano e Ticino. Sempre da Riale la strada di servizio al bacino del Toggia raggiunge il passo S. Giacomo (2313 m), da cui si scende nella valle del Ticino.
La cascata del Toce
L’abbondanza di acqua ha reso la valle interessante per lo sfruttamento dell’energia idroelettrica, così nel corso del XX secolo vi sono state costruite numerose dighe. Anche una delle maggiori attrattive della valle ha dovuto inchinarsi alla sete di energia: la cascata del Toce, tra le più importanti in Europa, funziona a tempo, in estate e la domenica. Altrimenti la sua acqua sparisce inghiottita da una condotta forzata. Quando è “in funzione”, è uno dei salti d’acqua più belli delle Alpi: alta 143 metri, larga alla base almeno 60.