La gerla del Patouà

La scomparsa di una lingua è il sintomo più grave di quella malattia che ha le sue radici nella nostra difficoltà di comunicare. Pochi hanno ancora il tempo e la voglia di parlare di sé, o di ascoltare gli altri. Il non essere ascoltati, rende muti: così scompaiono le lingue di chi non si affida alla parola scritta.

Questo strumento didattico rivolto ai bambini sarà quindi utile se potrà inserirsi in un’operazione di portata più vasta, che coinvolga anche gli adulti.

I modi di questo coinvolgimento sul territorio sono tutti da inventare,ma non possono prescindere dalla capacità che avrà la popolazione delle nostre Valli di essere protagonista di questa operazione culturale. Iniziare dalle storie e dai canti ci sembra una buona partenza dal punto di vista metodologico. Questo materiale, scelto all’interno di opere già scritte e pubblicate altrove, avrebbe l’ambizione di innescare un meccanismo di riappropriazione anzitutto mentale della lingua “paterna” (storica, degli antenati... ). Chi intende farne uso è invitato a porsi in una prospettiva di indagine della memoria di questo aspetto della cultura come fatto collettivo e sociale, e come espressione di identità individuale. Sarebbe interessante, lasciando momentaneamente da parte l’inflazionato filone del “come eravamo”, riuscire a trasformare tutti i protagonisti, grandi e piccoli, di questa operazione, in tessitori di storie.

Autore
Graziella Tron
Titolo in lingua
LA BËNNO DÂ PATOUÀ
Tipologia testo
racconti
Argomento
Storia e cultura
Progetto realizzato da
Fondazione Centro Culturale Valdese