Gleisa continua in occitano il latino popolare eclesia, variante di ecclesia preso in prestito al greco dove ἐκκληÏια designava l'assemblea dei cittadini e, nel Nuovo Testamento, dei fedeli. Presto per metonimia gleisa ha anche designato il luogo di riunione dei cristiani.
La pronuncia comune è [gleizo] nelle parlate settentrionali (Alta Valle Susa, Val Chisone e Val Germanasca) però anche nel comune di Argentera, isolato nella Valle Stura ma in continuità con la vicina Ubaye (la Valeia) : [gleiz] a Rochemolles, [glèiza] a Salbertrand, [gleizo] in Val Germanasca, [gleizho] a Argentera (Ferriere).
Le parlate delle valli al sud della Val Pellice palatizzano regolarmente L nei gruppi consonantici CL, GL, PL, BL, FL (vedere l'articolo CLAPIER), e si trovano pronunce del tipo [guieizo] : [guieiza] a Angrogna, [guìëzo] a Ostana, [guieizo] a Bellino, [guiezo] a Elva, [guîzho] a Pietraporzio.
In alcune parlate (Oncino, Limone, Quié, brigasco, basse valli) la palatalizzazione è andata più avanti, come è anche il caso nelle parlate italo-romanze vicine : [gèizo] a Oncino, [gezia] a Paesana, [gêzha] a Limone, [gêzh] in brigasco.
La pronuncia [zh] di -s- intervocalico presente in Valle Stura, come anche a Limone, traduce una regola locale assai frequente : dopo una i -s- diventa [zh] (maison [mizhoun] « casa ») come -ss- e -ç- diventano [sh] (faissèla [fishelo], palais [palaish] « palazzo ») e dittongo precedente può essere ridotto.
L'occitano ha conservato i due sensi d'origine della parola gleisa, « luogo di culto » e « comunità dei cristiani ».
I testi valdesi antichi presentano la forma gleisa : " la votz de la Gleisa desirant l'avenament de Crist " [la voç de la Gleisa] « la voce della Chiesa » (Cant.), e forniscono anche la forma temple, oggi pronunciato [tëmple] in Val Germanasca e in Val Pellice, dove designa, accanto al comune gleisa, il luogo di culto protestante.