Beal (Prazzo)

Autore
Maria Fresia

Beal/Riu

L’occitano beal viene da un derivato suffissato dal gallico *bedum « canale, fossa » che è continuato in francese, bief, come in occitano e nelle varietà dialettali del nord Italia.

La pronuncia comune è [bial] ([biâl] in Val Germanasca). Le parlate dell’Alta Valle Susa non mantengono la consonante finale : [bia] (Salbertrand), [bea] (Rochemolles, Claviere), altre la pronunciano r : [biar] (Bobbio).

Nelle Valli beal ha due accezioni molto diverse. Il primo significato di beal, quello dell’occitano comune besal, è « canale artificiale per il trasporto dell’acqua » e si ritrova principalmente in Alta Valle Susa, in Val Chisone e in Val Germanasca.
Per l’irrigazione si può distinguere tra il grand beal [gŗan bea] (Rochemolles) « canale principale » che inizia alla presa d’acqua nel letto di un torrente, e le beal corsier [bia couŗsî] (Salbertrand), terminale, che porta l’acqua nei prati o nei campi. In queste valli settentrionali il derivato la bealiera ([bialìëro] : Val Germanasca, [biaieřa] : Salbertrand) designa un canale più importante che alimenta un mulino o una fabbrica.

Ma già in Val Pellice, come più al sud, la bealiera (Bobbio [biarira], Bellino [bialiero]) o la bealera ([bialera] a Luserna San Giovanni come a Robilante) è generalmente un semplice canale per l’irrigazione, e beal, quando non è il canale da mulino (Luserna San Giovanni) o il canale principale (Robilante), è spesso diventato per spostamento di senso la designazione di un tipo di corso d’acqua naturale permanente. Nell’occitano delle valli meridionali beal è dunque un sinonimo di una delle parole riu, aiga, doira usate nelle valli settentrionali.

Il sostantivo doira ([doueirë] a Rochemolles) designa in Alta Valle Susa il torrente il cui letto occupa un vallone importante : la doira de Bardonescha, prima di essere un idronimo, significa semplicemente « il grande torrente di Bardonecchia ». Doira deriva da una radice gallica dubr « acqua » : la locuzione sinonima di doira utilizzata in Val Germanasca per indicare il corso d’acqua principale di un vallone : aiga gròssa [aigo groso] o grand aiga [grand aigo], è dunque la traduzione letterale del senso gallico di doira.
Per designare un corso d’acqua secondario, le valli settentrionali usano riu [riou] « ruscello montano », il suo diminutivo rivet (Val Germanasca) o la locuzione pechit riu (Salbertrand [shi rioû]) « piccolo ruscello ». Questo campo lessicale è dunque generalmente diviso in due secondo le dimensioni e la pendenza del corso d’acqua : doira « grande » / riu « piccolo, di più forte pendenza » a Rochemolles, riu / pechit riu a Salbertrand, aiga gròssa / riu in Val Germanasca.

Nelle valli più meridionali il lessico distingue anche tra grande e piccolo corso d'acqua, però è la parola beal, nella sua seconda accezione « corso d’acqua naturale », che occupa l’una o l’altra delle posizioni combinandosi con riu : a Oncino beal / bealòt [bialot] (e lo gròs beal [lou gro bial] designa il tratto superiore del fiume Po), a Ostana beal / combal, a Bellino beal / bealòt [bealot] (e riu [reoou] per un ruscello racchiuso), a Elva riu [riou] / beal, a Monterosso riu, beal, bealòt / combal, combalòt. La Val Vermenagna usa marginalmente riu e non conosce beal nel senso di corso d’acqua naturale.
Un combal (a Bobbio [coumbar]) designa generalmente una valletta laterale stretta e in forte pendenza (Elva, Bellino, Vernant), ma anche (Bobbio, Ostana, Monterosso) il corso d’acqua che l’occupa.
Uno stesso torrente può cambiare di designazione secondo l’aspetto del suo letto : a Ostana il Beal de Miriberard [bial de Miribrart] diventa più a valle Combal de Ratina, Combal Gròs e Combal dal Pis.

Beal dà un bell'esempio della varietà di sensi, della geopolisemia, di una stessa parola nell’occitano delle Valli : secondo le realtà locali lo beal è un piccolo canale scavato dall’uomo che corre quasi all’orizzontale in mezzo a prati (Alta Valle Susa) e campi, o un forte torrente che scende giù sprofondando a tratti nei boschi (Sampeyre).

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