Peira è l'esito occitano dal latino classico petra « roccia », preso dal greco. Le parole latine che coprivano originariamente questo campo lessicale, saxus « blocco di pietra naturale », rupes « parete rocciosa » o lapis « pietra lavorata, stele », non hanno avuto seguito in occitano comune con un senso generale, e il loro concorrente peira si ritrova a occupare un vasto spazio semantico.
Il successo di questa parola, come quello dei suoi cugini nelle altre lingue romanze occidentali (francese pierre, spagnolo piedra) potrebbe venire del suo utilizzo nei Vangeli. Dal greco al latino e all'occitano, da Petros a Peire, il soprannome dell'apostolo Simone deve rispondere nel messaggio del Cristo come in gioco di parola a petra/peira nel suo senso originario greco di « fondamenta di una costruzione ». Nel Vangelo secondo Matteo della Bibbia valdese di Carpentras si legge : " Tu sies Peire e sobre aquesta peira edificarei la mia gleisa ". E la parola peira, facendo risonanza con il prestigio del nome simbolo del papato, si sarebbe imposto senza difficoltà sui suoi concorrenti lessicali latini.
Nella famiglia delle lingue romanze, l'occitano si distingue per la vocalizzazione in [i] di T e D nei gruppi TR, DR post-tonici. Petra, matre(m), cred(e)re del latino diventano peira, maire, creire. Al contrario lo spagnolo e l'italiano mantengono nelle due prime parole una dentale (piedra/pietra, madre) invece sparita in francese (pierre, mère) come in piemontese (pera, mare).
Numerosi esempi di questo tratto distintivo sono presenti nel lessico occitano delle Valli : il suffisso -aire dei nomi d'agente (calinhaire, chaçaire, violonaire, brustiaire « pettinatore di canapa », ...), lo caire « lato » (dal latino quadrum) e la caira « estremità, angolo », l'oire [ouire, oueire] « otre » (dal latin utre(m) ), l'araire dal latino aratrum.
Altre interessanti parole sono più locali : l'eira o l'eire, lo leire, la leira (dal latino hed(e)ra) conosciuto dalla Valle Susa alla Val Pellice (in altre valli l'embraçabòsc ), lo lairier il lato » (dal latino later(a)riu) in Val Germanasca [leirìe] e a Buebi [lirî].
E in asaire « mirtillo », uno dei nomi di questo piccolo frutto tipico delle montagne alpine denominato altrove aise, aidre, èrza, aisèra, morion, la finale aire segna l'evoluzione del gruppo TR latino di atre(m) « (frutto) nero ».
Il senso più generico di peira, « materia minerale in massa compatta sopra o all'interno della terra », compare nell'occitano delle Valli nella denominazione ordinaria, al singolare, di diverse varietà mineralogiche più o meno dure : peira de Luserna « gneiss » peira blòia « ofiolite », peira doça « talco » (Val Germanasca), peira pluma (Val Germanasca) o brusaoira (Elva) « amianto », peira de mòiol « ollite » (Chianale), peira socha (Bellino) « minerale durissimo per la fabbricazione di macine », peira dal troneli (Val Germanasca) che si forma secondo la credenza popolare là dove cade il fulmine.
In questa accezione peira e ròcha possono essere dei sinonimi : la Val Germanasca conosce peira marçuèla (da març « marcio ») per un materiale friabile chiamato peira mortisa a Bellino ma ròcha mòrta a Elva (dove all'opposto la ròcha viva è dura).
Come secondo il detto popolare della Val Germanasca " Dapertot las peiras son duras " « dappertutto le pietre sono dure » la locuzione trovar la peira mòla indica un'occasione da non perdere : lhi ganhos an trovat la peira mòla e se'n emprofiten « i ragazzi hanno trovato un'attitudine tollerante e ne approfittano »(Roccavione)!
Peira indica anche un frammento di questa materia, che si può trasportare o gettare : di fronte a questo termine generale l'occitano locale usa clavum, lombi (Val Germanasca), lòdo, capo, carebi, lèbio (Valle Susa) e lèbi (Val Chisone) che continuano lapis latino, bers, cars (Bellino), ... a secondo la dimensione e la destinazione.
"Un pòl pas donar un cauç a totas las peiras qu'un escòntra " [en pol pa dounar en caous a tout les peires que n'escouontro] « non si può dare un calcio a tutte le pietre che si incontra » ci insegna il buon senso di Bellino, dove si sa anche che portar peiras a Varacha è « fare un lavoro inutile ». A Bardonecchia una persona incapace trova pas una peira au clapier « non trova una pietra in un mucchio di pietre ». Nonostante si sappia che « le pietre vanno a finire nel mucchio » : " Las peiras ribaton sempre al clapier " [les peires ribatoun sempre ei quiapier] (Bellino), o " Las peiras las ribaten sempre ent lhi clapiers " [lâ peira lâ ribattën sampre ent î clapìe] (Val Germanasca)!
La pietra è il principale materiale da costruzione, ed entra nella fabbricazione di vari oggetti.
Cote o mola per la lama della falce, dei coltelli o delle forbici : peira da esmolar [eimoulâ] (Val Germanasca), o peira molaoira o viraoira (Bellino) ; per marcare le stoffe : peira marcaoira [marcoiro] a Elva, o sartaoira o tenhaoira a Bellino ; macina : peira dal molin o dal bataor [dei batoour] a Bellino ; il peso del torchio rustico per la spremitura del formaggio : la peira dal formatge a Elva (però a Roaschia l'operazione è detta bauçar lo formai [baousar lou fourmè]).
A Bellino far peiras è « preparare pietre da costruzione » e la peira passaoira lega i due paramenti di un muro esterno che attraversa da un lato all'altro, a Elva la peira uissiera sormonta un'apertura (a Salbertrand l'architrave si chiama lo lindal, in Val Germanasca lo sovre). Nel proverbio di Bellino " An un bon maçon totas peiras fan canton " « Per un buon muratore tutte le pietre vanno bene come pietra angolare » si ritrova la stessa imagine sull'importanza del canton « pietra angolare » (lo cantonal della Val Pellice) che in San Luca : " la peira la cal refuderon, aquesta es faita al cap del canton " (Bibbia di Carpentras).
Murar a peira eissuita è « costruire a secco » o, detto per scherzo, « mangiare senza bere ».
Una peira è anche un blocco lavorato, spesso a funzione monumentale : peira de tomba (Roccavione) o peira de la rason della piazza d'Angrogna, antico strumento di giustizia dove i debitori insolventi subivano pubblicamente una punizione corporea.
La peira de l'uelh [peiro d'l'eulh] « pietra dell'occhio » è in Val Germanasca « la pupilla », (lo popon de l'uelh a Salbertrand, lo lumenet a Bellino, Sampeyre). Il mal de la peira è la litiasi, ma anche, ironicamente, la frenesia di costruire.
Infine las peiras preciosas « pietre preziose » ci riportano al Tresòr de lenga da cui abbiamo attinto alcuni gioielli, en fasent d'una peira dui colps « prendendo due piccioni con una fava » : per divertirvi e farvi conoscere la lingua occitana delle Valli.